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Auto 22 lug 2016

AUDI RS6, non chiamatela StationWagon


Sarà stata l’overdose di videogiochi sparatutto su console, sempre presenti nella mia infanzia, che forse mi porta tutt’oggi spesso ad associare nella mia mente ogni boato ad un colpo d’arma da fuoco.

Stavolta non è così. I mitragliatori che sento scoppiettare alle mie spalle sono “semplicemente” i terminali di scarico del mostruoso 4.0 litri V8 biturbo da 560 cavalli con il quale sto boxando a bordo dell’Audi RS6 provata oggi. L’impianto di scarico è stato progettato per emettere un boato secco ad ogni cambio marcia e una serie di esaltanti scoppiettii nella fase rilascio del pedale dell’acceleratore. 

È pomeriggio. Ritiro la mia auto e mi presto immediatamente a modificare il sedile regolabile elettricamente in infinite posizioni per trovare quella più conforme ai miei gusti, poi la mia attenzione si sposta sui comandi del climatizzatore che cerca di contrastare i trentacinque gradi esterni, con eccellenti risultati direi nonostante il total black che caratterizza il look della mia vettura.

Design

Credo che il design tipico della linea RS Audi si presenti al top dell’evoluzione e del piacere estetico sul modello A6 della casa degli anelli, grazie ad un evidente allargamento di carreggiata, ai particolari estetici in alluminio satinato, agli enormi terminali di scarico e alla peculiare scritta Quattro sulla griglia anteriore.

A bordo

Mi piace iniziare il test drive con molta calma, ad andature spesso da ottantenne per cercare di approcciarmi con gradualità alle risposte dell’auto. Regolo le sospensioni pneumatiche intelligenti e scelgo comfort tra le quattro modalità di guida dell’Audi Drive Select: lo sterzo progressivo asseconda ogni mio cambio di direzione con dolcezza e il pedale del gas mi assiste su strada con reazioni mai brusche. I curatissimi ed avvolgenti sedili RS mi portano a godere del paesaggio che cambia intorno a me, nel silenzio, con l’impianto Bose a dare un sottofondo pulito alla mia guida.

Questo è il lato da familiare docile e confortevole dell’RS6, che addirittura è disposta a disattivare momentaneamente una bancata di cilindri per farmi viaggiare con parsimonia! Ecco perché non parlerò dei consumi, che tutto sommato si sono rivelati onesti per un motore di questa potenza. Fanno da contorno un baule capiente, un assetto morbido e 700nm di coppia pronti per essere erogati con elasticità lungo i 6500rpm del contagiri davanti ai miei occhi. 

Ma questa non è tutta l’RS6!

Tocco nuovamente il selettore di guida, stavolta per impostare il sistema nella modalità più sportiva, in Dynamic: lo scarico alle mie spalle si apre, finalmente il lato RS di questa supercar è libero.

Lo sterzo

Lo sterzo s’indurisce ed il Tiptronic ad otto rapporti cambia repentinamente marcia, quasi a farmi intendere che lui ha già capito cosa voglio fare. Kick down, le turbine iniziano a soffiare e sono io ad essere spalmato sul sedile con violenza: le fucilate scandiscono con puntualità ogni cambio marcia e la strada davanti a me inizia ad assottigliarsi, deformandosi con il salire della velocità.

La trazione

La trazione integrale Quattro mi assicura stabilità ed un’ottima sensazione di controllo totale dei quasi 2100 kg che si spostano con me, anche nei cambi di direzione più veloci (con questo non sto dicendo che il peso complessivo del veicolo non si faccia sentire).

Freni

La grande potenza dell’impianto frenante di serie mi assicura decelerazioni degne di un’auto sportiva e l’assetto tende a non scomporsi nemmeno nelle frenate più brusche, anche se forse avrei preferito una risposta alla pressione pedale più diretta rispetto a quella che effettivamente ho riscontrato. La colonna sonora emessa dagli scarichi è solo un dettaglio che aiuta ad innalzare i livelli d’adrenalina.

Il mio verdetto

Ho i battiti cardiaci accelerati, e rido. Ripenso a tutti quelli che ho incontrato sulla mia strada che parlando di auto mi dissero che l’RS6 era un carro funebre, una wagon fredda e priva d’emozioni. Ecco, questa prova è dedicata in particolare a loro.

Forse perché io mi emoziono semplicemente guardandola da ferma, larga, bassa e totalmente nera, con fare arrogante, le luci diurne dei Matrix Led accese e quell’aspetto da musclecar ignorante che la linea estetica RS dell’Audi mi sa regalare. 

Non mi serve altro. Non penso alle prestazioni da jet. Per me, è già perfetta così.

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